Primo classificato – Alessandro Dall’Oglio
Porta Portese
Nascesti in concomitanza di sorti portuali,
a difender Gianicolo e i suoi panorami,
e scandire percorsi e passaggi di avi.
Contornata solo di nicchie vuote
perché lontane dalle tue vere anime,
che corrono e affollano ogni domenica,
quello che fu di pulci e non si quieta feriale.
Seconda classificata - Filomena Martire
Tra i mercanti
Nell’alone dell’alba
sono un millepiedi
che si acciambella tra i mercanti.
Guardo le facce immobili
di bambole senza dimora,
le porcellane diafane di tazze e di teiere
da cui sorseggio il tempo,
i dischi graffiati da amori crepitanti
come il fuoco di un braciere,
guardo in controluce
quel cammeo che prende vita
sul collo di una donna
e l’erica che mi inonda
da un dipinto
in cui non è ancora primavera.
Sui banchi della fiera
gli arcani dei tarocchi
raccontano il destino,
si dondolano le marionette
appese a un filo.
Su una scacchiera di alabastro
danzano il re e la sua regina,
urla al vento il robivecchi
per quel velo nuziale senza sposa.
Il giorno si dilata,
si smorzano le voci dei mercanti
nel tempio disadorno
di una domenica che muore
Terza classificata – Alessandra Corsini
La distanza di una mano
Sono un cane vecchio come la luna
nato sotto i banchi del mercato
figlio di una cagna e delle voci
che questo quartiere parla sempre.
Li conosco tutti gli alieni del rione
umani di oggi, vecchi mendicanti, ubriachi di giornata
ragazzi variabili tra un gelato, la birra e il primo amore
turisti alla rinfusa che vogliono sogni e sbagliano affari
ballate di mezzanotte, parcheggi rovinosi e le cornacchie
a spasso per le vie.
Porte vecchie con buoni topi
e repliche spaziali di modernità
ognuno si costruisce casa come gli piace
in questo porto dove tutti arrivano
e nessuno parte.
A Porta Portese
le stelle calano uguali al buio
né epoche né storia
le diroccano dal cielo
che sapienti, inumane e belle
arano i sogni, le pietre e l’avventura
arano i cuori e la speranza
che tra noi e il paradiso
c’è solo la distanza di una mano
alacre e temeraria
che spurga questa striscia di città
dalla paura e dall’indifferenza.
Sono un cane vecchio come la luna
figlio di una cagna e delle voci
che questo quartiere parla sempre.
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